A
Miroglio, le iniziative relative al mese di gennaio si sono completate, come è
tradizione, con il ricordo della drammatica battaglia di Nowo Postojalowka,
nella quale oltre tredicimila militari perirono nella campagna di Russia del
1943.
Un
caldo sentimento di commossa partecipazione che ha reso meno pungente la fredda
serata di sabato 23 gennaio a Miroglio di Frabosa Sottana, dove la Comunità,
presenti il Sindaco Adriano Bertolino, il Comandante della Polizia Locale
Giuseppe Basso e le rappresentanze con i loro labari del Gruppo Alpini di
Frabosa Sottana e l’ANPI di Mondovì, si è ritrovata per rinnovare la memoria
dei caduti e dei dispersi, nella ricorrenza del 73° anniversario della campagna
di Russia.
Durata
ben oltre un’intera giornata, la battaglia di Nowo Postojalowka è stata una
delle pagine maggiormente gloriose ancorchè nefaste che gli alpini della
Divisione Cuneense abbiano mai scritto durante la loro lunga storia e che combatterono
con onore cercando di sfuggure all’azione dell’Armata Rossa.
Il
sacrificio dei numerosi giovani di Miroglio, e più in generale dell’intera Val
Maudagna, arruolati nel corpo degli Alpini e assegnati alla mitica, gloriosa e
martire Divisione Cuneense che, nel luglio del 1942 partirono dalla stazione “Gesso”
di Cuneo con destinazione il fronte russo, è stato ricordato nel corso della
santa Messa celebrata nella Chiesa Parrocchiale di Miroglio di Frabosa Sottana,
dedicata a San Biagio martire, dal Canonico Mario Rizzo.
La
cerimonia ha altresi associato nel ricordo di tutti i militari e i civili
caduti e dispersi nel corso dei conflitti bellici del secolo scorso, ed essendo
la Valle terra di alpini, non è mancata in conclusione la recita commossa e
partecipata della “Preghiera dell’Alpino” che, a nome dei presenti e a ricordo
di coloro che “sono andati avanti”, è stata fatta da Eugenio Billò, storico
presidente del locale Gruppo Alpini.
Anche
il Presidente dell’Associazione San Biagio, che da numerosi anni cura la
promozione e l’effettuazione del ricordo di questo tragico evento, ha preso la
parola per ricordare, semplicemente, che i tragici eventi ai quali si riferisce
sono costantemente presenti nei cuori e nella mente dei Valligiani e che, l’occasione,
rinnova l’opportunità di mantenere viva la conoscenza e la consapevolezza – non
la mera commemorazione – di un fatto che ha cancellato una generazione intera
di giovani italiani.
La
cerimonia si è completata con la benedizione della corona di alloro,
tradizionalmente offerta dall’Associazione ai caduti, che è stata deposta, con
gli onori militari, a fregio della lapide commemorativa posta sul prospetto
frontale della chiesa Parrocchiale di San Biagio.
La
vicinanza della commemorazione con la “Giornata della memoria” delle vittime
ebree della furia nazista, ricorrenza internazionale fissata nel 2005 dall’Assemblea
generale delle Nazioni Unite al 27 gennaio (data dell’abbattimento dei cancelli
di Auschwitz), ha consentito altresi di ricordare “…lo sterminio del popolo
ebraico, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli
italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro
che, anche in campi e schieramenti diversi si sono opposti al progetto di
sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto
i perseguitati.”.
Anche
in questa occasione l’Associazione ha ritenuto che la circostanza potesse
essere una utile occasione di riflessione per gli adulti e di conoscenza per i
giovani, al fine di contribuire a sviluppare una coscienza civile sempre più
responsabile e a sottrarre alla dimenticanza gli orrori della guerra, delle
deportazioni, delle leggi razziali e dello sterminio degli ebrei; a tal fine ha
prodotto un volantino informativo che è stato distribuito ai presenti e
lasciato a disposizione di chiunque.
Al
termine delle cerimonia, è stato aperto alla visita degli interessati, la parte
del Museo della Montagna – insediato nell’edificio delle ex scuole elementari
di Miroglio – dedicata alla memoria delle vicende militari e belliche, che
storicamente tanta parte hanno avuto per le Valli cuneesi nel secolo scorso.
(Alberto Verardo)
(Alberto Verardo)