04 settembre 2011

Anche cultura nell'estate 2011 di Miroglio



È oramai tradizione che tra le iniziative che vengono promosse a Miroglio di Frabosa Sottana nel corso dell’estate, trovino spazio anche occasioni di carattere culturale.
Quest’anno, celebrando il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, gli organizzatori hanno dato spazio a tre momenti particolarmente significativi che hanno riscosso consenso ed apprezzamento.
Si è trattato, in apertura di stagione, di un incontro imperniato sulla trattazione di un excursus sulla storia della bandiera tricolore e sulla nascita dell’Inno Nazionale al quale, in tempi differenti, sono seguiti due ulteriori incontri tenuti rispettivamente dal Responsabile della sezione Tutela dell’Ambiente Montano del CAI piemontese, Francesco Musso e dal dott. Gianni Comino, non nella veste di Sindaco di Franosa Sottana, riguardanti il territorio montano che caratterizza la Val Maudagna e gli antichi mestieri del Piemonte nessi in relazione con gli oggetti conservati ed esposti nel Museo della Montagna e della sua Gente, che ha la sua sede nelle ex scuole elementari di Miroglio.



Per parlare di montagna si è partiti dal ricordo delle 700 ore in Grotta della spedizione universitaria di Torino che nell’agosto di cinquant’anni or sono ha dato vita ad una esperienza unica per quel tempo e certamente non frequente anche ai giorni nostri.
Dalla disamina di quell’esperienza si è poi saliti gradatamente alle vette delle Alpi Marittime delle quali il Mondolè è massiccio dominante che corona l’alta Valle quasi a proteggerla più che a dominarla.
Interessante e varia, ricca di esempi e di confronti, l’esposizone del Signor Musso xche ha saputo appassionare all’argomento tutti i numerosi presenti.



Più pratico e legato alla quotidianità di vita l’intervento del dott. Comino che attraverso la visione in sequenza di immagini riprese all’interno del Museo, ha illustrato tutta la sequenza di vita e lavoro dei montanari di un tempo lontano ma sempre presente nella memoria quando non nella stessa quotidianità dei valligiani più stagionati che numerosi sono accorsi ad ascoltare, vedere e rivivere il loro passato.


Partendo dagli approfondimenti sul bosco e sul lavoro che da esso scaturiva, sia come attività lavorativa che come modalità di intervento, ha poi sviluppato il tema della campagna nei suoi vari aspetti e del lavoro con o per gli animali, per poi giungere alle attività artigianali.
Ma non solo lavoro era la vita dei nostri avi che certo non praticavano “sport” come oggigiorno avviene, ma staccavano dalle consuete attività praticando attività semplici e di svago che servivano a rasserenare lo spirito e ad accantonare, seppure per brevi momenti, la fatica e la durezza del loro lavoro.
Interessante e commovente l’illustrazione degli ambienti domestici quali la cucina e le attività in casa e nella famiglia, ma ancor più lo è stata quella del luogo di gioia e di dolore, di sofferenza e di amore per la vita: la camera da letto.
Non potevano mancare in conclusione, e non sono mancati, i ricordi di un tempo che fu; di quel tempo che, come recita la scritta sul prospetto di ingresso del Museo, che non dimentica fatiche, sacrifici, speranza, gioie, dolori, pazienza, fantasia, povertà, che hanno scandito la vita, gli affetti ed il lavoro di un passato neppure tanto remoto.