26 gennaio 2012

Miroglio domenica 22 gennaio ha ricordato i caduti di Russia




Con la celebrazione della Santa Messa al cui termine c’è stata la benedizione delle lapidi commemorative dei caduti e dispersi nella tragica ritirata di Russia del 1943, la Comunità di Miroglio ha ricordato, domenica scorsa, i suoi figli ed il 69° anniversario della battaglia di Novo Postojalowka.
Presente il Sindaco di Frabosa Sottana, Dott. Giovanni Comino, che ha pronunciato brevi parole commemorative ed ha anticipato l’intenzione di lavorare per dotare il locale Museo della Montagna e della Sua Gente di una nuova sezione dedicata interamente ai caduti di tutte le guerre e di tutte le parti coinvolte, l’essenziale cerimonia si è svolta con una silente ma commossa partecipazione dei presenti disposti a schiera sul piazzale antistante la Parrocchiale.
La benedizione della lapide, ai piedi della quale era stata deposta una corona di alloro a cura della locale Associazione San Biagio e Maria Vergine che ha promosso l’iniziativa, è stata impartita dal Reverendo Parroco, Don Franco Giuli, che, nel corso della cerimonia, ha anche dato lettura di un brano tratto dal periodico editato nel 1950 dalla Grafica Nazionale Editrice di Roma “Fronti italiani” dedicato a “La Campagna di Russia - CSIR-ARMIR 1941-1943”.
Particolarmente toccante il racconto, dal quale, a testimonianza dell’intima sofferenza patita da superstiti e familiari anche oggi rinnovata, merita la trascrizione di un breve passo come unico commento dell’evento: “All’imbrunire i resti della Cuneese si incolonnarono per riprendere la marcia, ma anche la natura volle mettere a dura prova la resistenza … si scatenò una violenta bufera di vento e neve … la testa della colonna - è quasi incredibile, ma vero - non riuscì a percorrere in un’ora più di duecento metri di strada. Fu quindi necessario sospendere la marcia, rientrare e attendere la fine della bufera. Molti uomini però non riuscirono in quella terribile notte a ritrovare la strada ed a ripararsi al coperto ed al mattino gli infelici furono trovati assiderati, semisepolti dalla neve.”.
Alberto Verardo